Redazioni Terapeutiche
“La letteratura non nasce da ciò che sappiamo, ma da ciò che non sappiamo. Ciò che ci incuriosisce. Che ci ossessiona. Che vogliamo conoscere”.
Grace Paley

Le redazioni terapeutiche sono quegli scritti nati per trovare una risposta ad una domanda che ha a che fare con dei funzionamenti e disfunzionamenti umani. Le domande galeotte che innescano il processo sono quesiti che i fatti del mondo, della mia vita o del mio lavoro naturalmente mi pongono e stimolano in me quell’invito a conoscere che nasce dalla socratica consapevolezza di sapere di non sapere.
Per trovare risposte, mi cimento in una ricerca fatta di idee, ipotesi, argomenti e metafore che si srotolano man mano che le dita battono sui tasti.
Ho chiamato questi miei tentativi redazioni terapeutiche perché scrivere è terapeutico grazie a quel processo di srotolamento che porta da dentro a fuori e poi di nuovo da fuori a dentro.
Perché di redazioni si tratta e perché tra redazioni e relazioni il passo è breve (potrebbe accadere di non essere certi di aver sentito una parola o l’altra) e perché si parlerà – anche – di relazioni terapeutiche; quella che pratico nel mio lavoro, ma anche altre che aiutano a metterci in connessione e a rimanere dentro ad un eterno cambiamento.
I post sono organizzati in 4 categorie.
PSICOTERAPIA dove parlo di argomenti che hanno a che fare con il mio mestiere;
ATTUALITÀ sono i post che nascono da eventi di attualità
COSE MIE per le riflessioni scaturite da eventi della mia vita,
FUNZIONAMENTI PSICOLOGICI sono quelli invece che mettono meglio in luce una dinamica psicologica, interna alla persona o relazionale.
Se vi interessa una ricerca per argomento potete provare con i TAG.
Se anche così non funziona e vi va di sapere se ho scritto di quello o di quell’altro argomento, scrivetemi e vi risponderò.
Esce un post ogni due settimane, eccezion fatta per i periodi di vacanza (e quelli in cui non riesco a star dietro a tutto).
È la frequenza che mi sono data perché l’incostanza è un brutto vizio da cui sono affetta e l’unica cura che funziona con me è il metodo. Oltre a questi non sono mai a corto di argomenti e scriverne è il modo che mi do per pensare creativamente: una cura che ha numerosi, piacevoli effetti collaterali e nessuna controindicazione.
Principi guida
Penso che l’ironia sia un mezzo che quasi sempre fa andare veloce, avvicina e pur divertendo, fa andare dritti al punto.
Penso anche che non tutto può essere detto con ironia perché la strada talvolta va percorsa lentamente.
Mi piacciono le metafore perché aiutano a capire e, se si è disposti ad allontanarsi un po’ dal punto, la vista migliora.
Rimanere aderenti ai concetti non serve a farli nostri; solo se si è disposti a lasciarli andare probabilmente rimarranno con noi.
Credo che le parole, se usate bene, liberino una quantità enorme di energie intrappolate. Anche per questo esiste una cura della parola.(Vi è mai successo di trovare una parola perfetta per dire come vi sentite o che qualcuno vi capisse a tal punto da trovarla per voi? Non cambia niente eppure cambia tutto.)
Credo nell’equivalenza di libertà e creatività, non importa se sotto forma di una canzone, un disegno, una storia o un modo di essere.
Credo che le cose importanti abbiano bisogno di cura, tempo e dedizione. Volere tutto e subito spesso significa non volere davvero.
Credo nella bellezza, nel modo che ha spiegato Peppino Impastato e che non voglio parafrasare perché è perfetto così.
“Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore”.
Newsletter
Tengo aperto un canale di comunicazione con le persone interessate alle mie redazioni terapeutiche e al mondo psi in senso allargato e contaminato.
E’ una newsletter che arriva di lunedì, ogni due settimane (quasi sempre).
Contatti
Puoi scrivermi a info@michelaroccello.it
o chiamare il 392 6566995 (telefonate o whatsapp).
Ricevo in via Marco Polo, 5 a Torino.